Cose che ho pensato (trenta). 171. Una volta ho pensato di essere un barattolo di confettura. Arturo mi aveva tenuto tre mesi in frigorifero. Poi dentro il barattolo si era formata della muffa. Arturo si era seccato, nel vedere tutte quelle chiazze bianche e grigie. Una mattina mi aveva portato al supermercato e mi aveva…
Il nuovo anno e ciò che ne consegue
Il nuovo anno e ciò che ne consegue. Ci sono cose che vorrei fare e ci sono cose che non vorrei fare, il nuovo anno. Non vorrei fare la lista delle cose che vorrei fare e delle cose che non vorrei fare, il nuovo anno. Vorrei ascoltare la musica che mi piace. Andare un po’…
Ti ho chiamato per farti gli auguri
Ti ho chiamato per farti gli auguri. – Pronto. – Pronto? – Sì. Pronto? – Chi parla? – Pronto? – Mi senti? – Pronto. – Sì. Pronto? – Ma chi sei? – Pronto? – Non ti sento. – Nemmeno io. – Ti ho chiamato per farti gli auguri. – Pronto? – Vabbe’ ho capito….
Al bar
Al Bar. Cagliari, pomeriggio, bar del centro. – Desidera? – Un caffè. – Subito. – Grazie. – Ecco servito. – … – … – Bellu cazz’e caffè. – … – Te lo pago a metà. – … – Proprio un caffè del cazzo. – … – Almeno dammi mezza minerale. – … – To’, pigarì su…
Cose che ho pensato (ventinove)
Cose che ho pensato (ventinove). 166. Una volta ho pensato di essere un cantautore. Le mie canzoni erano canzoni molto impegnative. Così impegnative che un giorno mi sono stancato di cantarle e ho smesso di essere un cantautore. 167. Una volta ho pensato di essere una mosca. Sbattevo continuamente contro il vetro della finestra di…
Un anno in breve
Un anno in breve. Cazzo, è già passato un anno. nella foto, love
Dispiaceri serali
Dispiaceri serali. L’altra sera una tizia, commentando un sondaggio a Ballarò, ha detto “il mood è molto negativo”. Ecco, mi è dispiaciuto.
Parlante
Parlante. Mi ci vorrebbe un cappello nuovo di zecca. Un cappello che mi calzi, ma non a pennello. Un cappello che mi racconti qualche storia. Bella o brutta non ha importanza, purché sia una storia interessante. Proprio così: mi ci vorrebbe un cappello parlante. nella foto, libri
Zaccarsi
Zaccarsi. – Amo’. – Eja. – Che ore sono? – L’una e dieci. – Minca, dalla colazione al pranzo senza che nemmeno ce ne accorgiamo. – Troppo vero. – Pasta e cappuccio manco li ho visti. – Eja. Andiamo a mangiucchiare qualcosa? – Tagazzu mangiucchiare. Ollu robba seria chi mi seu zacchendi ‘e su famini….
Prima del tempo
Prima del tempo. Questa mattina, poco prima di svegliarmi, mentre ancora dormivo un sonno semplice e leggero, ho salutato le persone che in quel momento si trovavano con me nel sogno che stavo sognando. Ho fatto un cenno con la mano e ho detto “Ciao, devo andare, è ora che mi svegli”. Loro hanno ricambiato…