L’uomo che allontanava le nuvole con un sorriso. Sono passati trentasette anni, da quel ventotto maggio. Non dico che sembri ieri, ma insomma.È che alcuni ricordi hanno un modo di procedere tutto loro. A volte basta un soffio di vento, o un suono ovattato, per recuperarne l’immagine, intatta e nitida.Ora che ci ripenso, fu colpa…
Ottanta suonati
Ottanta suonati. Bob Dylan sta per compiere 80 anni.Da Duluth a New York, dalla Spagna alla Norvegia, dal Giappone all’Australia, si moltiplicano le iniziative e le celebrazioni.La notizia è che si farà una festicciola anche a Cagliari. E sul palco ci saranno i Dylanisti Anonimi per una serata di rock, ballate, canzoni e poche parole….
Quaderni del coprifuoco (34)
Quaderni del coprifuoco (34). Riaprono i bar (e non solo).Seduti al tavolino, i due, sui quarantacinque o giù di lì, fumano e ogni tanto buttano giù un sorso di birra.Il più abbronzato controlla di continuo il telefono.– Minca, su feishbuc Battiato a boccidura – dice allungando le gambe.– Cioè?– Battiato. È morto.– Ma non era…
Quaderni del coprifuoco (33)
Quaderni del coprifuoco (33). Piano piano, con molta fatica e tanto sacrificio, e nella consapevolezza che occorra avviare un nuovo umanesimo, tutto sembra davvero tornare alla normalità: in Medio Oriente si riprende a sparare, nelle scuole si rinnovano gli assalti a suon di bombe e fucili, ricominciano ad affogare i migranti e il New York…
Quaderni del coprifuoco (32)
Quaderni del coprifuoco (32). Economisti da pensilina.Li ho ritrovati che aspettavano il bus davanti alla pensilina, i due immunologi di qualche settimana fa. Solo che oggi mi sembravano più che altro economisti.A un certo punto il più smilzo ha detto all’altro:– Custu Draghi est una rovina.– Eh?– Ma visto l’hai? Mancu mali chi fiat economista….
Quaderni del coprifuoco (31)
Quaderni del coprifuoco (31). Mi ricordo di quando Marcel Proust, il cane di Arturo, ha scritto la sua prima poesia. Era intitolata “Il Viandante”. Il Viandantecamminaosserva i volti tristila sofferenza.Di voi che ridete e gioitedicenon me ne frega un cazzo. Era una mattina di febbraio, Marcel Proust l’aveva scritta di getto. Quando l’ho fatta leggere…