Sembra oggi

Sembra oggi.

Poco fa stavo pensando a il Manifesto, che oggi ha compiuto quarantadue anni. Ci stavo pensando, e basta, niente di che.
Poi, però, frugando nel mio archivio, scartabellando tra le mie vecchie cose, mi son ritrovato tra le mani la pagina di un numero di fine marzo del 1993.

Titolo: “Quattro mori a Roma“.
Sommario: “Vertenza Sardegna: mentre operai e minatori sbarcano nella capitale, oggi si ferma tutta l’isola. Per il diritto a un posto di lavoro“.
Nella foto, a centro pagina, le lettere di licenziamento ricevute dai lavoratori, e un volantino con su scritto: “Buon natale e felice licenziamento“.

E niente. Sembra oggi.
Vent’anni a scrivere e a parlare e a discutere sempre delle stesse cose, penso. Le marce per il lavoro, le occupazioni, le mobilitazioni in fabbrica, le tensioni sociali.
Sembra oggi, penso.
Un marco valeva mille lire, un dollaro mille e seicento. La Fiat faceva il doppio gioco con i sindacati. E il capo del Governo era Giuliano Amato. Ma guarda tu, penso.
Sembra oggi. Anzi, sembra domani.

A ogni modo, auguri a il Manifesto.

 

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