Robusti alberi frondosi.
Accendi il telefono. Componi il numero. Spegni il telefono. Riaccendi il telefono. Spegni il telefono. Sospiri. Apri la finestra. Chiudi la finestra. Riapri la finestra. Vai in cucina. Prendi un bicchiere. Bevi un po’ d’acqua. Sciacqui il bicchiere. Rimetti il bicchiere al suo posto. Sospiri. Fai due passi avanti. Fai due passi indietro. Vai in bagno. Ti guardi allo specchio. Esci dal bagno. Apri la finestra. Chiudi la finestra. Un pensiero. Due pensieri. Lo sai. Ma non lo sai. Lo sai. Ma non lo sai. Sì. Forse lo sai. Però fai finta di non saperlo. Sospiri. Ti siedi sul divano. Ti rimetti in piedi. Ti risiedi sul divano. Prendi il telefono. Accendi il telefono. Componi il numero. Sospiri. Spegni il telefono. Sospiri. Ti alzi. Ti avvicini alla libreria. Un libro. Due libri. Tre libri. Quattro libri. Cinque libri. Il sesto libro è di Musil. Sospiri. Il settimo è di Borges. Sospiri. Otto libri. Nove libri. Basta. Basta. Basta. Ti allontani dalla libreria. Vai in cucina. Prendi un bicchiere. Lo osservi. Lo rimetti al suo posto. Apri il rubinetto. L’acqua scorre. Guardi l’acqua che scorre. Un mulinello. Sospiri. Chiudi il rubinetto. Metti la mano in tasca. Afferri il telefono. Accendi il telefono. Spegni il telefono. Apri la finestra. Sospiri. Stai per scagliare il telefono. Giù dal quinto piano. Ti fermi un attimo prima che una nuvola copra il sole delle undici e venti. La nuvola è un gomitolo bianco. La osservi. Lo sai. Ma non lo sai. Lo sai. Ma vorresti non saperlo. Sospiri. Chiudi gli occhi. Riapri gli occhi. Vai in bagno. Ti guardi allo specchio. Accendi il telefono. Componi il numero. Dieci cifre. L’ultima è il cinque. Attendi. Uno squillo. Due squilli. Tre squilli. Quattro squilli. Il sole delle undici e ventisei. La nuvola è sul sole delle undici e ventisei. Nove squilli. La nuvola. Il sole.
L’ultima cosa che ricordi è il pensiero di lei che ti prende la mano e ti dice Devo proprio andare.
E se ne va.