Una statua per Kurt Cobain.
“C’è un tizio che incontro ogni mattina davanti alla chiesa.
Lui se ne sta seduto sugli scalini, le caviglie incrociate, i gomiti sulle ginocchia. Ha gli occhi celesti, l’aria trasandata, i capelli lunghi, bianchi, stopposi. Sembra senz’età. Non è un accattone.
Non chiede l’elemosina. Non parla. Ma sento la sua voce.
Io quest’uomo lo conosco, mi sono detto la prima volta che l’ho incrociato. Non ricordo quando, né come né dove, ma io quest’uomo l’ho già incontrato. Lo conosco, mi sono detto.
Mesi che lo guardo. Mesi che sto lì a domandarmi quando e dove l’ho già visto. Sensazione di enorme sconforto. Come se qualcuno mi bisbigliasse qualcosa all’orecchio e non riuscissi a capire, ad afferrare il suono delle parole.
Poi tac! Oggi, di colpo, un’immagine che si fa largo tra le altre. Lo guardo. E lo riconosco.
È Kurt Cobain. Ecco chi è. Ma certo.
Fa’ un po’ vedere. È lui. Nessun dubbio. Kurt Cobain. È lui.
Ma Kurt Cobain è morto, penso.
Se è lui, se è davvero Kurt Cobain, è invecchiato parecchio, pure male. Probabilmente s’invecchia anche dopo la morte. Chi può dirlo.
In effetti, a guardarlo bene, sembra proprio lui.
Kurt Cobain.
Ora mi avvicino e glielo dico.
Ho sempre pensato che la tua musica fosse inespressiva, gli dico. Un po’ come la tua faccia. Avevi il viso di un adolescente come tanti, coi capelli unti e biondi. Senza offesa.
Senza offesa.”
(…)
[da “Dettagli Di Un Sorriso“, Quarup editrice, 2012, pagina 23]
Il link della foto riporta a un articolo di Rockol.it sull’inaugurazione di una statua commemorativa di Kurt Cobain collocata nel Museum of History di Aberdeen.
La foto, invece, è tratta da questo sito.