Cose che ho pensato (ventinove).
166.
Una volta ho pensato di essere un cantautore. Le mie canzoni erano canzoni molto impegnative. Così impegnative che un giorno mi sono stancato di cantarle e ho smesso di essere un cantautore.
167.
Una volta ho pensato di essere una mosca. Sbattevo continuamente contro il vetro della finestra di cucina. Poi è arrivato Arturo che prima ha aperto la finestra e dopo mi ha colpito con uno strofinaccio. C’è mancato poco che mi spiaccicassi.
168.
Una volta ho pensato di fare lo gnorri. Se qualcuno mi chiamava al telefono, facevo lo gnorri. Se qualcuno mi fermava per strada, facevo lo gnorri. Se qualcuno mi salutava, io tiravo dritto e facevo lo gnorri. Se qualcuno mi scambiava per qualcun altro, io zitto, facevo lo gnorri. Se qualcuno mi diceva Vaffanculo, io lasciavo andare lo sguardo e facevo lo gnorri. Poi però sottovoce gli rispondevo Ma vaffanculo tu.
169.
Una volta ho pensato di essere il migliore amico. Ero il miglior amico di tanta gente che nemmeno conoscevo. Ogni tanto ero anche il mio miglior amico.
170.
Una volta ho pensato di condurre un programma radiofonico che si chiamava “Risponde Arturo”. Gli ascoltatori chiamavano e potevano chiedermi ciò che volevano. Tanto poi rispondeva Arturo.
nella foto, gnorri