Intransigenze.
Il cugino di Arturo, che è un poeta incline a un settarismo intransigente e intollerante, una volta ha detto che la poesia, nel momento stesso in cui diventa poesia, nell’attimo preciso in cui affiora la prima lettera della prima parola del primo verso, proprio in quel frangente lì, già non è più poesia, è un’altra cosa. Arturo, il cugino del poeta, quella volta lì l’ha mandato a cagare. Io e Marcel Proust, il cane di Arturo, ascoltavamo in silenzio. Ci siamo ben guardati dal prendere posizione e abbiamo continuato a far andare il vino in sofferenza.