Il mio mestiere.
A tarda sera, incontro un amico per strada, mi stringe la mano, mi dà una pacca sulla spalla.
Bravi, mi dice, avete vinto, no?
No, gli dico, credo che abbiamo perso.
Come no, mi dice lui, ma dài che avete vinto.
No, gli dico, non ne sarei così sicuro.
Lui fa una smorfia, non dice niente.
Lo sai, aggiungo, ci sono sconfitte che in realtà sono vittorie, e viceversa.
Torno a casa. Martina mi guarda speranzosa.
Avete vinto, mi chiede, è vero, non è così?
Le offro un sorriso rassicurante, persino troppo.
No, non è così, le dico, non è affatto così. Ma non importa.
Già, non importa.
Le cose, si sa, sono sempre più complicate di come ce le immaginiamo, di come le interpretiamo, di come le viviamo. Eppure ogni volta ci meravigliamo. Restiamo sbalorditi, davanti agli esiti di dinamiche incontrollabili, di sentimenti nascosti, di stati d’animo che mutano con il mutar d’ombre, di paure o di ricatti.
Abbiamo vinto, abbiamo perso. Ho vinto, ho perso. Hanno vinto, hanno perso. Ma poi lo sappiamo che non è mai così. Niente può essere ridotto a una semplice opzione: bianco o nero, lento o rapido, vivo o morto, alto o basso, destra o sinistra. Niente può uguagliare il grigio percorso della pavidità, dell’ignoranza, o della presunzione.
Eppure, oggi abbiamo perso. Ne sono sicuro.
Eppure, oggi ho perso. Ne sono sicuro.
Eppure, so che non ha davvero importanza, sapere di aver perso.
Non ha alcuna importanza, perché non sono queste le sconfitte che mi spaventano. Non sono queste le sconfitte che possono far vacillare il mondo, il mio mondo.
So che domani mi sveglierò con i dubbi di ogni risveglio, le domande di ogni giorno, la curiosità di scoprire cose nuove.
So che mi sveglierò felice, comunque sia.
So che non mi sveglierò come si svegliano gli individui arroganti, ottusi e gretti. In realtà non so neppure come si sveglino, gli individui arroganti, ottusi e gretti. Non so come affrontino la vita, gli individui arroganti, ottusi e gretti.
Non mi piace frequentare gente che, non sapendo camminare, si limita a strisciare, alla stregua di vermi primordiali.
E sì che ne conosco, di individui così. Non tanti. Ma ne conosco.
Questa mattina un individuo arrogante, uno pseudo-imprenditore, ricco, ottuso e gretto, apostrofando una giornalista, brava e scrupolosa, che gli domandava per quale motivo si ostinasse a non pagare i suoi dipendenti, così si è espresso: Cerchi di fare il suo mestiere, ma non esageri.
Mi piacerebbe, mi piacerebbe davvero tanto saper fare un’analisi di questa frase: Cerchi di fare il suo mestiere, ma non esageri. Ci ho anche provato, poco fa, ad analizzarla, misurandomi con riflessioni e valutazioni oggettive.
Gianni, mi son detto, proviamo a spiegare.
Che cosa significa Cerchi di fare il suo mestiere, ma non esageri? Che cosa vuol dire? È una minaccia? È un suggerimento? Un’esortazione? Un auspicio? Una maledizione? Una semplice raccomandazione? Una constatazione? Un’ipotesi? Una formula? Un postulato critico?
Io lo so, perché certi individui arroganti, ottusi e gretti, ti dicono di non esagerare, quando fai il tuo mestiere. Io lo so, perché certi individui ti dicono che è meglio stare zitti, è meglio non parlare, non fare domande, non interrogare, non indagare, non approfondire. Io lo so, perché certi individui gretti, ottusi e arroganti, ti dicono che è meglio non esagerare, nel cercare di fare il giornalista.
Gli individui arroganti, ottusi e gretti, e ancor più i presunti editori ottusi, arroganti e gretti, e ancor più i presunti imprenditori arroganti, gretti e ottusi – i padroni, insomma – non vogliono che si esageri perché hanno paura.
Sì. Loro hanno paura.
Sul fondo delle miserie umane che albergano nello stomaco di siffatti individui c’è una sola, immensa e raccapricciante paura: quella di scoprire quanto sia ripugnante e insopportabile la loro vita.
12 Comments
Daniele
12 Ottobre 2012 at 20:24Concordo su tutto meno sul fatto che certi atteggiamenti nascano dalla paura. La paura è un sentimento nobile quando non si parla di sopravvivenza, di pericolo di vita insomma. Il soggetto in questione è un’ombra razziante del genere umano. L’intelletto distingue l’uomo dalla bestia. La bestia è crudele per istinto e pone la sua salvezza sopra ogni cosa. La comprensione richiede ascolto e non credo sia possibile averla con il rumore della boria che si porta dietro quell’anima nera…! Prughere nighedda.
Gianni
12 Ottobre 2012 at 20:53Grazie Daniele!
Matteo Murgia
12 Ottobre 2012 at 16:45parole che confortano chi lotta quotidianamente. senza chiedersi se sta vincendo o no. Grazie Gianni.
Franco Macis
12 Ottobre 2012 at 09:26Le parole a volte si trasformano in aria pulita. In questo periodo mi è capitato spesso di respirare a pieni polmoni. Anche ad
esso. Grazie.
Francesco
12 Ottobre 2012 at 09:07C’ho fatto caso anche io a quel modo tronfio di apostrofare una persona che faceva il suo mestiere. Sarà perchè da un anno combatto, con i miei colleghi, un potere gretto e ignorante come quello descritto (https://www.facebook.com/#!/pages/Collaboratori-Centri-dei-Servizi-per-il-Lavoro-Sassari/135267959902395?fref=ts). Avete tutta la nostra solidarietà!
Francesco Cocco – ex CSL Sassari
Martine
11 Ottobre 2012 at 23:23Gli individui arroganti, ottusi e gretti, e ancor più i presunti editori ottusi, arroganti e gretti, e ancor più i presunti imprenditori arroganti, gretti e ottusi –…… Una realtà purtroppo vera. Imperdonabile. Ingiusta. Che ha toccaato (tanto tempo fa..) anche me…Una realtà descritta da te, come sempre, in maniera magistrale!!!! Che mi trova d’accordo su tutto..per tutto..per sempre… Vi sto vicina..vicina..
Sulfur
11 Ottobre 2012 at 19:27Con te, con voi, con tutti coloro che stanno subendo le ingiustizie da parte dindividui arroganti, ottusi e gretti. Siamo nella stessa barca. Forse noi economicamente anche peggio: 8 mensilità non pagate, contributi e TFR non versati da anni ma oggi ho visto colui che senza colpa sta rispondendo per i danni creati da altri. A lui tutta la mia stima e il mio supporto perché oggi lui è’ diverso da certi individui arroganti,ottusi e gretti.
bianca laura
11 Ottobre 2012 at 19:23essere vincitori o vinti fa gioco a chi si sente vincitore o vinto…le parole di gianni sono accorate, sentite, sono le parole di un uomo che si accorge degli altri, che ascolta l’altro, che si avvicina…grazie a gianni e a tutte le persone che ancora hanno la sensibililità e l’intelligenza sensibile alla vita propria e degli altri.
Federico
11 Ottobre 2012 at 12:57Sono i “prenditori” arroganti, gretti e ottusi – i padroni, insomma – non vogliono che si esageri perché hanno paura.
Io aggiungerei anche ignoranti ,e, a loro insaputa che é la cosa peggiore…..Hai ragione hanno paura di far sapere agli altri la loro grettezza.
Mi ha colpito l’ultima frase…si è vero la loro vita é ripugnante…ma sono ripugnanti anche loro come persone.
Stiamo vivendo la stessa situazione e sono completamente senza se e senza ma solidale con voi…conosco l’ambiente e so quanto possa essere “ripugnante”
Quello che non capisco é a quale titolo sardegna 1 deve ricevere dallo stato 4 miliardi del vecchio conio…
Forza e coraggio fedef
Gianni
11 Ottobre 2012 at 13:44Ciao, grazie di cuore per il sostegno e per le belle parole.
I due mln dovuti dallo stato a S1 sono per la maggior parte legati ai contributi a sostegno dell’editoria.
Un abbraccio.
G.
banduz
11 Ottobre 2012 at 08:26Vivono facendo paura alla gente.
La loro maggior paura è scoprire che non fanno più paura.
Alberto
11 Ottobre 2012 at 00:23io non so se hai, anzi se abbiamo vinto o perso. Credo che nel momento stesso in cui possiamo guardarci allo specchio senza vergognarci abbbiamo vinto. E poi ci sono gli individui arroganti, ottusi e gretti. Anzi, i presunti editori ottusi, arroganti e gretti. E ancor più i presunti imprenditori arroganti, gretti e ottusi. Loro hanno perso in partenza. Non ti guardano negli occhi perché non hanno il coraggio di vedersi riflessi. Loro hanno perso perché a ogni passo ne sentono un altro e sanno che quel passo prima o poi accelererà e li raggiungerà. Hanno perso perché quando non sentiranno più quel passo non sarà perché nn c’è più nessuno che li segue, ma perché quel qualcuno lo avranno addosso. E allora la sconfitta sarà la più amara e più dolorosa. Perché certe sconfitte presentano il conto. E io vorrò esserci, quel giorno. Quando l’arrogante, ottuso e gretto chiederà aiuto. E gli si potrà dire: VAFFANCULO