Area di sosta fuori servizio.
All’improvviso mi si è avvicinato un uomo sulla sessantina, alto, capelli grigi tagliati a spazzola, giacca scura e cravatta rossa e stringendomi la mano mi ha detto “Complimenti, sono lieto di annunciarle che lei è il nuovo presidente dell’Accademia del Guacamole. Noi soci ci aspettiamo grandi cose da lei. Siamo certi che insieme faremo molta strada”. Poi mi ha guidato lungo una serie di corridoi e quando siamo giunti davanti a una porta l’ha aperta e mi ha detto “Questo è il suo ufficio, si accomodi”. La stanza era grande quanto un campo da tennis e era vuota, eccetto una scrivania e una poltrona sistemate sul lato più corto e, al centro, un avocado gigante, alto almeno tre metri e mezzo. L’uomo mi ha sorriso e stringendomi di nuovo la mano mi ha detto “Bene, è tutto per ora. Se le occorre qualcosa, sa dove trovarmi. Il mio nome è Sid Vicious”. Al che si è trasformato in un cherubino di margarina e nel giro di qualche secondo si è sciolto sul pavimento. Un istante dopo, mi sono svegliato con un fastidioso fischio all’orecchio e una sensazione altrettanto fastidiosa di angoscia e smarrimento. Sono andato in bagno a pisciare e l’ultima cosa che ricordavo del sogno era l’immagine dell’avocado gigante che avanzava minaccioso verso di me. Quando mi sono riaddormentato erano già le cinque.