Bologna
Non so bene come né perché, ma è qualche giorno che ho i blues di Bologna in testa, nei pensieri.
Quand’ero piciocu, e gli anni settanta erano proprio gli anni settanta, gli anni del settantasette, insomma, mi sarebbe piaciuto andare a Bologna, andare per viverci. Non che non mi piacesse stare nella mia città, ma Bologna per me rappresentava il germe dell’ispirazione, un ideale di bellezza, una poesia visionaria, una gioiosa imperfezione, un soffio di appetito rivoluzionario.
Poi a Bologna ci andai, ma soltanto parecchi anni dopo, e non per viverci. Mi resi conto che le tracce di quella stagione, di quel fermento, già in parte erano state cancellate.
Sia come sia, è qualche giorno che ho Bologna nei pensieri. Vuoi perché c’è sempre un libro di Tondelli a portata di mano, vuoi perché c’è sempre una storia di Paz a inacidire i ricordi, vuoi perché non capita spesso di sentire Guccini alla radio, i blues di Bologna sono blues che mi fanno star bene.