Cose che ho pensato (quarantaquattro).
221.
Una volta ho pensato di chiedere a Arturo “Ma perché il tuo cane si chiama Marcel Proust?”. E Arturo mi ha risposto “Sì. Credo di saperlo”. Poi si è voltato, si è infilato le mani in tasca e se n’è andato stringendosi nella sua magrezza mite. Non mi ha rivolto la parola per due giorni di fila.