Dentro il portapenne.
Poco fa, mentre scorrevo alcune pagine su internet, tra cui un sito dove si possono trovare migliaia di registrazioni di vecchi dischi 78 giri, un archivio di brani che sono stati digitalizzati e chiunque può ascoltare semplicemente cliccando sulle foto dei vinili risalenti agli anni ’30, ’40 e ’50, a un certo punto mi è caduto lo sguardo sul portapenne che ho sulla scrivania e allora l’ho svuotato e ho scoperto che dentro c’erano un cacciavite a stella Stanley U.S.A., una penna Bic medium nera senza tappo, con poco inchiostro e la parte superiore mangiucchiata, un aggeggio per togliere le graffette delle pinzatrici, credo si chiami levapunti, un biglietto da visita di un’azienda agricola di Donori, un cartellino con il codice a barre, un tubetto di attaccatutto Pattex spremuto a metà, un portachiavi senza chiavi, una penna Bic nera con il tappo e molto inchiostro, due piccole matite, due graffette e una piccola batteria, di quelle a bottone, che appena l’ho presa mi è subito scivolata dalle dita e prima di ritrovarla ho dovuto girare a carponi per tutta la stanza, si era infilata sotto una libreria, quella cazzo di batteria.