Giorno 16.
Non so perché ma il giorno 16 mi è venuto da pensare allo sbarco dell’uomo sulla Luna, al primo sbarco. Avevo sei anni e undici mesi, quando gli esseri umani sono sbarcati per la prima volta sulla Luna. Mi ricordo molto poco, di quel giorno. Mi ricordo che ero a casa dei miei nonni, che a quel tempo abitavano in una piccola casa con un bel giardino. Mi ricordo che gli adulti, i miei genitori, i miei zii, ne parlavano spesso, dello sbarco sulla Luna. La cosa che mi ricordo è che gli adulti stavano davanti alla tv e commentavano. Io, invece, me ne stavo a giocare in giardino. In quel giardino c’erano tanti gatti. Mi ricordo dei gatti e mi ricordo l’odore dei fichi e delle albicocche. E l’ombra degli alberi. Il silenzio. Ecco ciò che mi ricordo dello sbarco sulla Luna: gatti, silenzio, caldo, frutta, televisione, alberi, adulti, e le mani sporche di terra. Poi, qualche tempo dopo, nel sentire tutti quei discorsi che facevano gli adulti, mi ero fatto l’idea che l’uomo avesse cominciato pure a viverci, sulla Luna. Che qualcuno avesse iniziato a costruirci case, palazzi, cortili, strade e piazze. E pensavo anche che gli abitanti si chiamassero Lunatici. Poi, invece, mia nonna mi aveva spiegato che i lunatici erano altri. E non stavano sulla Luna. E con un cenno del capo aveva indicato mio nonno.