Grazie (1)

Grazie (1).

L’autore mi ha mandato un appunto scritto su carta millimetrata.

“Buongiorno.
Avrei voluto fornirle un resoconto più esteso e particolareggiato degli avvenimenti recenti. Ma ciò, inevitabilmente, avrebbe comportato l’utilizzo di diverse decine di migliaia di parole. Non mi è sembrato il caso. So che anche lei è molto permaloso, quindi la prego di non travisare il mio pensiero. Avremo tempo e modo di discuterne. Non qui, non adesso. Come avrà capito, non sono tipo da cedere alle lusinghe di chicchessia.
Vengo al sodo.
Spero che abbia archiviato da qualche parte, immagino nel suo computer, il file dell’ultima bozza, quello che le ho inviato la settimana scorsa. Lo spero per lei, sia chiaro, non per me. Se non erro si trattava delle prime trecento pagine della prefazione. Della bozza del primo capitolo della prefazione, s’intende.
Ieri notte l’ho riletta. Non va bene. Non va per niente bene. Intorno alle tre del mattino, dopo aver verificato che nello scaldabagno ci fosse acqua calda a sufficienza, ho allagato l’appartamento e poi ho dato fuoco agli scaffali della libreria, per lo più volumi di poesia rinascimentale. Non è stato facile, mi creda, ma non avevo altra scelta.
Per quanto riguarda la bozza, invece, ho fatto ciò che era opportuno fare: ho aperto il file, ho selezionato il testo e l’ho cancellato. Sì, erano trecento pagine. Trecento sette, per la precisione. E no. Non ho alcuna copia del file. L’unica in circolazione è quella in suo possesso, ammesso che ce l’abbia ancora. Ne faccia ciò che vuole. Gliela regalo. Non è più mia. Preferirei che la cancellasse, mi sembra scontato. Ma capisco il suo punto di vista.
Un’ultima cosa. Non mi scriva più. Non mi chiami più al telefono. Non avvisi i miei parenti. I miei parenti hanno poca dimestichezza con le armi da fuoco. Questo è un fallimento collettivo, il modello non va. Malgrado le promesse, non abbiamo ottenuto risultati degni di nota. Però mantenga pure il titolo: Cronache Della Discrepanza è un titolo che fa vomitare, ma – come le ho già detto – capisco il suo punto di vista.
Grazie”.










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