Il pelo nell’uovo più antico del Mediterraneo.
I meloni e i vitigni plurimillenari sono niente. Ogni giorno che passa, i siti archeologici della Sardegna regalano nuove sorprese e tesori insperati. Tra ieri e oggi si contano almeno altre tre scoperte, ora all’attenzione della comunità scientifica.
A Santa Gilla, vicino a un supermercato, dentro una confezione da 6 maxi, risalente all’epoca della civiltà di Bonu-Ighinu, gli studiosi hanno recuperato il pelo nell’uovo più antico del Mediterraneo. Incerta la provenienza del pelo.
Altra sconcertante scoperta in una spiaggia di Muravera dove gli archeologi hanno trovato il seme di pesca più antico del Mediterraneo. In base alle prime analisi, sarebbe stato sputato da una turista in vacanza a Costa Rey nel 1800 avanti Cristo. Segnalate anche le tracce di un rudimentale ombrellone.
Nelle campagne di Nurallao, invece, sono stati trovati i resti della squadra di calcio più antica del Mediterraneo. Si tratta di 11 titolari più 2 riserve. Gli esemplari, in perfetto stato di conservazione, risalgono a un periodo compreso tra il 2200 e il 2800 avanti Cristo. Gli scavi proseguono alla ricerca del pallone.
Durante la serata, è stato smentito, infine, il ritrovamento su un marciapiede di via Dante, a Cagliari, dello stronzo di cane più antico del Mediterraneo. Lo stronzo è stato riconosciuto immediatamente dalla proprietaria del cane e, in un secondo momento, schiacciato involontariamente da un ragazzino. “Stavo cantando la canzone de Il Volo e mi sono distratto”, così si è giustificato il ragazzino mostrando la suola delle scarpe ai passanti increduli.
nella foto, uovo