In esilio.
– Gli intellettuali sono stronzi (…) hanno bisogno di sentirsi appagati. Vogliono sempre essere adulati, blanditi, vezzeggiati. Sono stronzi.
– Parole sante.
– Ne conosco parecchi, di intellettuali. Tutti stronzi.
– E dei tuoi colleghi, che mi dici? I giornalisti. Begli stronzi pure loro, eh?
– Sì, ma hanno il cervello meno fino. E poi i giornalisti non pensano. Agiscono su dettatura. Quei pochi che pensano, stanno dove meritano di stare: in esilio.
– Ci sapevi fare, tu, quando dirigevi il giornale. Eh?
– Sì. Grazie. Ci sapevo fare.
– Dico sul serio.
– Lo so.
– Bastone e carota, non è così? (…) I giornalisti sono come i politici: vanno puniti.
– Non c’è bisogno (…) I giornalisti sono masochisti. Si puniscono da soli.
[Dettagli di un sorriso, Quarup, 2012, pagina 63]