La seconda paura.
Glauco mi chiama di buon mattino. La sua voce al telefono è concitata.
– Che c’è? – gli chiedo.
– Sto male.
– È successo qualcosa di grave?
– Sto malissimo.
– Calma. Spiegami con calma – gli dico.
– Ho fatto un sogno orribile – mi dice lui.
– Un sogno?
– Orribile.
– Racconta – gli dico.
– A un certo punto. Mentre aspettavamo. Seduti. Con ansia. Il sopraggiungere della catastrofe. Qualcuno si è alzato. Ha sorriso. In piedi. Si è rivolto a noi. Ha sollevato un braccio. Indicando il nulla. Sopra le nostre teste. E ha detto. Ogni cosa è al posto giusto. Adesso siamo liberi. Adesso. Siete. Liberi. E la folla. Entusiasta. Ha smesso di pensare. All’improvviso. Ma io. Lo so. Che è tutta una macchinazione. Ma. Io. Lo so. Che è un inganno. E mi sorprende. Vedere i volti dei miei figli. E di mia moglie. E dei miei amici. Entusiasti anche loro. Che non riescono. A capire. A rendersi conto. Che è una falsità. Una congiura. Vogliono. Soltanto. Le nostre anime. I nostri cuori. I nostri pensieri. In cambio. Di niente. In cambio di un’illusione. Ho paura. Non riesco. Nemmeno a protestare. A urlare. Che è tutto falso. Che. Non. Siamo. Liberi. Non è. Vero. Che se ami. Qualcuno. Devi. Acquistare. Qualcosa. È una. Menzogna.
Sento un mugolio. Un singhiozzo soffocato. Glauco piange.
– Calma – gli dico – è solo un sogno.
– Non lo so – dice lui.
– Sì. È solo un sogno. Stai tranquillo.
– Ho paura.
– Senti. Passo a prenderti. Andiamo a fare una passeggiata.
– Non lo so. Ho paura.
– Vedrai. Ti farà bene. Passo tra un quarto d’ora. Va bene?
– Non lo so.
– Vedrai. Andrà meglio. Sto arrivando.
– Va bene. Ti aspetto.
– Il tempo di arrivare.
Appoggio il telefono sul divano. Sospiro. Scuoto il capo.
Glauco.
Anche tu. Come tutti gli altri. Non hai ancora capito.
Poi vado in camera, apro il cassetto del comò. Prendo la pistola, controllo il caricatore. Due proiettili. Infilo l’arma nella tasca dei pantaloni, ed esco di casa.
Fuori i prati sono molli per l’umidità della notte appena trascorsa. Non ci sono nuvole.
È una bella giornata, penso. La giornata ideale per andare a trovare un amico.
6 Comments
Luciana
14 Agosto 2012 at 08:53E perchè non potrebbe finire così, scusa? Chi, o cosa, te lo impedisce? Secondo me è così che deve andare, e amen!
Gianni
14 Agosto 2012 at 12:14ciao Luciana,
sono davvero tentato dal condividere la tua posizione 🙂
Un abbraccio
G.
Giornalista Chiacchierona
7 Agosto 2012 at 13:47Ma……… e ci lasci così?
Sinossi della nuova opera?
Capito qui per caso, da FB, ora devo capire tutto su questa traccia!!
Gianni
7 Agosto 2012 at 18:32ciao Giornalista Chiacchierona!
Benvenuta in questo posto in cui si capita per caso.
No, non è una sinossi. Credo sia l’inizio di un racconto. Ci devo pensare ancora un po’ su. A dire il vero potrebbe proprio finire così. Ma mi rendo conto che non si può lasciare proprio tutto tutto all’immaginazione del lettore.
🙂
Simonetta
7 Agosto 2012 at 12:30bell´incìpit….
avvisami quando posso prenotare il prossimo libro..
Gianni
7 Agosto 2012 at 18:29ciao Simonetta!
🙂
ti avviserò sicuramente!