L’amore non è mica un sottoprodotto.
Il mio amico Furio, che tutti chiamano Badoglio perché suo padre è nato il venticinque luglio, ma non un venticinque luglio qualsiasi, proprio quel venticinque luglio lì, butta giù un sorso di birra identitaria, mi guarda un po’ imbronciato, un sopraciglio sollevato, poi fa un movimento articolato con la bocca, come per soffocare un accenno di rutto.
«Con i capelli alla moicana rimorchierei alla grande» mi fa.
«Beh, dico di no».
«Beh, dico di sì».
«Tu sei un uomo imbolsito, Badoglio, vesti come il signor Cunningham di Happy Days, non rimorchieresti un bel nulla».
«Lei sì».
«Lei chi?».
«Si chiama Agata. La vedo arrivare da lontano, alla guida di uno spider giallo, si accosta al marciapiede, mette in folle, mi guarda, la guardo, mi sorride, le sorrido, mi fa cenno di saltar su, donna di charme, Agata, vedova, ereditiera, elegantissima, fasciata in un tubino nero, occhiali da sole, capelli tagliati corti dietro la nuca, collo lungo, sottile, donna matura, Agata, non più di quaranta, portati benissimo, massimo quarantadue, mi fa cenno di saltar su, sorride, salto su, andiamo a casa sua, neanche una parola, pochi gesti, ci spogliamo, lo facciamo sul divano, poi, quando abbiamo finito mi dà un bacio e mi dice: sposami, sarò la tua schiava».
«Agata?».
«Agata».
«Non è vita che fa per te, Badoglio», gli dico.
«Scherzi?» mi fa lui. «Ricca, bella e schiava: trovami di meglio, se ce la fai».
«Finiresti per fare il mantenuto» gli dico.
«Il mio unico sogno» risponde.
«Ti stancheresti dopo un mese».
«Che si fa stanotte, Agata? Si parte? ».
«Da’ retta a me. Ti stancheresti dopo un mese».
«E dove si va, Agata? Montecarlo? Giamaica? Bali?».
«Montecarlo?».
«A Montecarlo piove? Bene. Prenoto per la Giamaica».
«Pensavo ti annoiasse stare sdraiato al sole, non far nulla».
«Dipende» dice lui.
«Sei soltanto uno sfaccendato, Badoglio. E le donne non ci stanno mica, con gli sfaccendati» gli dico.
«E tu, allora? ».
«Io non sono uno sfaccendato. E non mi interessa andare a Montecarlo» gli dico.
«Non vedo proprio che cosa ci sia di male, nel voler andare a Montecarlo».
«Tu vuoi fare il mantenuto, ecco cosa» gli dico.
«Non vedo proprio che cosa ci sia di male, nel voler fare i mantenuti».
«A Montecarlo. Il mantenuto a Montecarlo. Ma dài» gli dico.
«…»
«…»
«Ma sai cos’è?» dice lui.
«No».
«Ma sai cos’è?».
«No».
«Io lo so cos’è» dice lui.
«E che cos’è?».
« Non so. È brutto».
« È brutto cosa?» gli chiedo io.
«È brutto non essere innamorati».
«Perché?»
«Perché non sai come passare il tempo».
4 Comments
Federico
7 Marzo 2013 at 18:02“Il tuo commento è in attesa di moderazione”. Ok, mi automodero e ritiro un clap. Proprio così. Adesso è solo Clap-clap!, magari stavolta passa 🙂
Gianni
7 Marzo 2013 at 18:40🙂
Federico
7 Marzo 2013 at 17:54Clap-clap-clap!
Gianni
7 Marzo 2013 at 18:40🙂 🙂