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Le cose sono semplici

Le cose sono semplici.

Il mio amico Gualtiero, mani lunghe e ossute, occhiali scuri, un papavero rosso sulla blusa nera, estate o inverno poco cambia, dice che le cose, per lui, stanno fondamentalmente su due piani, ben distinti, separati.
Le cose, dice Gualtiero, o le capisci o non le capisci.
Poi aggiunge: inutile far sofismi, non c’è una via di mezzo, non è come con le pesche e con le mele, che se non ci badi, sotto sotto, ti puoi anche confondere.
Le cose sono semplici, dice Gualtiero, o le capisci o non le capisci. Poche storie.

Io, gli dico, in genere le cose che non capisco, non tutte, solo alcune, dopo un po’ le capisco. Altre invece non le capisco per niente, nemmeno se me le girano dall’altra parte per farmi vedere come sono fatte. Sono tonto, gli dico.

No, non sei tonto, mi dice Gualtiero. Ti faccio un esempio, mi fa.
Gualtiero dice sempre questa frase: ti faccio un esempio. Che poi non è che stia lì a fare degli esempi veri e propri. Lo dice tanto per dire. Per far vedere che le cose sono semplici.

Gualtiero ha letto che a Sun Valley, negli Stati Uniti, c’è l’annuale conferenza dei big dei media e della new economy. Gualtiero dice che il nome del posto, la Valle del Sole, è tutto un programma, gli sembra un posto per farci un raduno di nostalgici hippy, un posto per andare a fumarsi le canne e mettersi a cantare vecchie canzoni di Lowell George, degli Eagles, o degli America.

Sì, gli dico, uno pensa che sia così, invece le cose sono ben diverse. Sun Valley è solo una rinomata località sciistica nelle Montagne Rocciose dove hanno tirato su il solito vertice blindato. Niente canne, niente Eagles, niente Little Feat.

Gualtiero mi guarda perplesso. Vertice, poi. Si fa per dire, commenta.

Gualtiero ha letto che lì, a Sun Valley, si sono dati appuntamenti i miliardari, i guru dei media e dell’hi-tech. È un vero peccato, dice, che non ci siano andati anche i guru della letteratura, o della poesia, o della filosofia, o delle motociclette.
Io, ti faccio un esempio, dice Gualtiero, conosco un guru della motocicletta che non sfigurerebbe affatto a Sun Valley. Proprio per niente. E comunque sia, aggiunge, a Sun Valley c’è pure Mario Monti, il quale non mi risulta essere né miliardario, né guru.

Sì, gli dico, è andato lì, così pare, per spiegare l’Italia agli americani. Per far capire loro che cosa sta facendo l’Italia per combattere la crisi.

Gualtiero mi guarda sempre più perplesso. Spiegare, poi. Si fa per dire, commenta.

Ti faccio un esempio, dice. A me le parole di Monti non mi interessano tanto. E mi domando che cosa gliene possa fregare agli americani di ciò che dice Monti a proposito dell’Italia. In fin dei conti, mi fa lui, penso una cosa: penso che a Monti dovrebbe interessare soprattutto ciò che gli italiani hanno da dire a proposito dell’Italia. Perché gli italiani avrebbero un mucchio di cose da spiegare, se qualcuno stesse ad ascoltare le loro storie. E questa è una cosa abbastanza semplice, mi fa lui, o la capisci o non la capisci.

Sì, gli dico io, ma siamo nel mondo globalizzato, Italia e Stati Uniti sono alleati, sono come fratelli. Ci vogliamo bene. E loro, gli americani, hanno sempre aiutato gli italiani.

Gualtiero socchiude un occhio. Fratelli, poi. Si fa per dire, commenta.

A ogni modo, dice lui, il problema è un altro. Hai visto come si sono presentati i guru a Sun Valley? Si sono presentati vestiti casual. Ti faccio un esempio.
Ora, io non ricordo chi è stato il primo, forse è stato il capo della Fiat, Marchionne, te lo ricordi? Niente giacca, niente cravatta. Solamente camicia e golfino. Casual. Sono uno di voi, sembrava volesse dire. Il compagno Sergio. Casual. Poi sono arrivati tutti gli altri. Bersani in maniche di camicia, Obama in maniche di camicia, Sarkozy in maniche di camicia, Blair in maniche di camicia. Casual. Oggi i guru di Sun Valley passeggiano in maglietta. Scarpe da tennis. Casual. La scelta di svestirsi dell’armatura tessile con la quale questi presunti guru vengono regolarmente ritratti – l’abito blu, la camicia chiara, le scarpe nere e la cravatta scura – non è una scelta, bada bene, è una presa per il culo. Casual.
Le cose, dice Gualtiero, sono semplici: o le capisci o non le capisci.

Forse hai ragione, gli dico, ma non li chiamerei casual. Io li chiamerei finti trasandati.

Gualtiero fa un mezzo sorriso. Bravo, mi dice. Quindi adesso l’hai capito, che cosa ci è andato a fare Mario Monti a Sun Valley?
No, gli dico. Ma guarda che non è mica così semplice spiegare l’Italia agli americani.
Gualtiero scuote la testa. Italia, poi. Si fa per dire, commenta.

 

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