Muri.
“Invece di battere la testa contro il muro (perché ci viene così spesso l’emicrania?), sedete tranquillamente con le mani giunte ad aspettare che il muro si sbricioli. Se siete disposti ad attendere un’eternità, può darsi che accada in un batter d’occhio. Perché i muri spesso cedono più in fretta dello spirito orgoglioso che ci governa. Non dovete sedervi a pregare che ciò accada! Basta sedersi a guardare mentre accade. Statevene così seduti, indifferenti a tutto ciò che è stato detto e insegnato sui muri. Invece di soffermarvi sull’emicrania che, come noterete, vi è passata, soffermatevi sul vuoto tra le cose, e finalmente sul vuoto delle cose. Quando questo vuoto non sarà riempito altro che di vuoto aprirete gli occhi sul fatto che quello che ritenevate un muro non è affatto un muro, ma forse un ponte, o una scala di fuoco. Il muro sarà ancora là, naturalmente, e se aveste soltanto una vista normale sarebbe somigliante a qualsiasi altro muro, ma ormai avete perso quel tipo di vista e con essa la difficoltà che ha un muratore a comprendere che cosa intende uno scienziato quando spiega quali sono in realtà gli elementi di un muro. Voi siete in vantaggio sullo scienziato, perché non sentite il bisogno di spiegare nulla. Ciò che è, è“.
[Henry Miller, Big Sur e le arance di Hieronymus Bosch, pagine 151-152, Einaudi, 1979, traduzione di Vincenzo Mantovani]