Oi oia

Oi oia.

Cagliari, via Roma, due donne, una sulla settantina, l’altra sulla quarantina, aspettano l’autobus davanti alla pensilina.
– Ma tu sei la sorella di Franco?
– No.
– Me lo ricordo bene, a Franco.
– Non sono la sorella di Franco.
– Ma io la conosco, a tua mamma.
– Mia mamma deve morire. Non la voglio più vedere.
– Ma tu non sei di Monastir?
– No. Sono della Romania.
– Ma io ti ho già conosciuta al Poetto. Me lo ricordo.
– Io non ci vado mai al Poetto.
– Conosco tutti, io. Seu prus de cincant’annus in Casteddu. Mio marito era barbiere. Poi è morto. E cosa ci vuoi fare? Tengu scetti sa pensioni. Oi oia. Ma tu abiti ancora a Mulinu Becciu? 
– Non ho mai abitato a Mulinu Becciu.
– Ci abita mio genero, magari lo conosci, a Tonio.
– No, non lo conosco.
– Senti un po’… Ma sei sicura di non essere la sorella di Franco?   

Poi a un certo punto passa un tizio lasciando una scia odorosa di cipolle e borotalco.

 

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