Prima pagina.
Nuotò per quaranta minuti. Tornò che ansimava. Era stremato. Sembrava un tonno che s’è appena scopato una sirena. Si buttò sulla sabbia rovente, tossì, si voltò e sputò un grumo di catarro.
– Dovresti avere più rispetto per la spiaggia – gli dissi – e anche per i bagnanti.
– Che si fottano – rispose lui.
Allungai la mano e afferrai il giornale che spuntava dalla sacca semichiusa sotto l’ombrellone. Gli mostrai la prima pagina, la notizia d’apertura.
– Hai letto? – gli dissi.
– Sì, ho letto.
– Beh? Che ne dici?
– Non lo so.
– Dài. Lo so che ti frulla qualcosa in testa, lo so.
– Non mi frulla niente.
– Quindi? Che ne dici?
– Ti ho detto che non lo so. Fammi respirare, per piacere. Ci sto pensando. Mi fai respirare, eh? Ci sto pensando, cazzo.