Pronto alle occasioni sartoriali.
In queste ultime settimane ho scritto un libro dedicato alla quarantena e alla pandemia, uno di quei libri che in inglese vengono definiti con due parole, che tradotte in italiano diventano venti: libro scritto e pubblicato in tempi strettissimi, nel quale viene raccontato, interpretato e commentato un noto avvenimento della cronaca recente.
Il primo capitolo si intitola Capitolo Uno e si apre con le parole “Questo è il primo capitolo. Dopo il primo capitolo c’è il secondo capitolo”. Poi non c’è scritto più nulla.
Il secondo capitolo si intitola Capitolo Due e si apre con le parole “Questo è il secondo capitolo. Dopo il secondo capitolo c’è il terzo capitolo”. Poi non c’è scritto più nulla.
E così via fino all’ultimo capitolo, il novantesimo, che si intitola Capitolo Novanta e si apre con la parola “Fine”.
Poi non c’è scritto più nulla, a parte l’indice dei capitoli e i ringraziamenti.
Il titolo non l’ho ancora deciso.
Quello provvisorio è: Qualche volta vorrei essere scozzese.
Quello meno provvisorio è: Smettila di fare le parole crociate.