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Quaderni del coprifuoco (10)

Quaderni del coprifuoco (10).

Quando mi è stato proposto di nascere a Cagliari non ho avuto esitazioni, ho accettato con entusiasmo perché ritenevo che fosse una piazza importante e potesse contribuire alla mia crescita. Infatti da quando sono nato, qui a Cagliari, non ho fatto altro che crescere. La città è fantastica, ho avuto un ottimo rapporto fin da subito. La gente, poi, è meravigliosa, accogliente. Ti saluta per strada e non è invadente. Se, per esempio, incontro uno e gli dico “Buongiorno”, lui mi risponde “Buongiorno”. Il clima è incredibile, puoi stare all’aria aperta in tutte le stagioni. Infatti molte case non hanno nemmeno i tetti. Qui si può fare il bagno a novembre. A volte anche la doccia a dicembre. Per non parlare del cibo. A Cagliari, ma devo dire in tutta la Sardegna, c’è questa tradizione di mangiare. Si mangia a colazione, a pranzo e a cena. Se fossi brasiliano mi sentirei di affermare che la Sardegna è il mio Brasile. Se fossi svedese mi sentirei di affermare che la Sardegna è la mia Svezia. Se fossi lussemburghese mi sentirei di affermare che la Sardegna è il mio Lussemburgo. E così via. Ormai, pur essendo nato e cresciuto qui, mi sento proprio un cagliaritano e un sardo d’adozione. So che sembrerà strano ma ho anche dei bellissimi ricordi. Che altro aggiungere? Ringrazio questo popolo favoloso, sono qui per dare il massimo e l’importante è tenere i piedi per terra, soprattutto quando si sta in piedi.








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