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Vertigini

Vertigini. Una volta ho pensato di essere un Post-it®, che si scrive con la P maiuscola, il trattino prima di it e il simbolo del marchio registrato, perché Post-it® è un marchio registrato e depositato e se lo scrivessi senza il simbolo del marchio registrato e depositato potrebbe essere un reato, non ne sono sicuro, ma tra…

Cose che ho pensato (quarantaquattro)

Cose che ho pensato (quarantaquattro). 221. Una volta ho pensato di chiedere a Arturo “Ma perché il tuo cane si chiama Marcel Proust?”. E Arturo mi ha risposto “Sì. Credo di saperlo”. Poi si è voltato, si è infilato le mani in tasca e se n’è andato stringendosi nella sua magrezza mite. Non mi ha…

Cose che ho pensato (quarantatré)

Cose che ho pensato (quarantatré). 220. Una volta ho pensato di raccontare ad Arturo di quando ero bambino e mia mamma mi mandava a fare la spesa dal salumiere. Che poi non vendeva soltanto salumi, il salumiere. Vendeva di tutto. Olio, pane, biscotti, pasta, mozzarelle fresche, latte fresco, frutta, verdura, dentifricio, varechina, detersivo per i…

Cose che ho pensato (quarantadue)

Cose che ho pensato (quarantadue). 219. Una volta ho pensato di andare a lavorare in Belgio. In Belgio ci sono già stato, nell’ottantotto. Quell’anno lì succede che vado a Bruges insieme a una ragazza che conosco da un paio di settimane, o anche meno, una con la quale vorrei fidanzarmi. Ma una volta arrivati a…

Senza parole

Senza parole. Nei giorni scorsi, io e Marcel Proust, il cane di Arturo, siamo stati ore e ore a guardare la tv e ad ascoltare le notizie sulla crisi istituzionale e tutto il resto, i colpi di scena si susseguivano e c’era da restare senza parole. Anche Marcel Proust, che di solito non perde mai…

Rendersi conto

Rendersi conto. Dice Arturo che l’altra notte si è svegliato all’improvviso perché gli era sembrato che stessi parlando nel sonno. Poi si è avvicinato per rendersi conto e dice che non stavo parlando. Stavo cantando “Sul mare luccica l’astro d’argento”. Non è più riuscito a chiudere occhio, dice.   

Cose che ho pensato (quarantuno)

Cose che ho pensato (quarantuno). 218. Una volta ho pensato di avere molta pazienza. Avevo tanta di quella pazienza che non sapevo più dove metterla. Avevo pazienza dappertutto, negli armadi, nei cassetti, sulle mensole, in cucina, nel frigorifero, dentro la lavatrice, nello sgabuzzino e perfino nella vasca da bagno. Così ho comprato delle scatole di…

Cose che ho pensato (quaranta)

Cose che ho pensato (quaranta). 217. Una volta ho pensato di fare il conto delle olive che ho mangiato in tutta la mia vita. E anche di quante pizze. E di quanti biscotti. E di quante fragole. E di quante uova. Quando l’ho detto a Arturo, a momenti gli andava di traverso il caffè.  

Cose che ho pensato (trentanove)

Cose che ho pensato (trentanove). 216. Una volta ho pensato di essere una pala eolica. Ero lì che giravo, giravo, giravo ma non succedeva niente, non si accendeva nemmeno una lampadina. Poi si è avvicinato Arturo e mi ha detto che gli sembravo un coglione, anzi, due coglioni.  

Nel cielo nerissimo

Nel cielo nerissimo. L’altra notte sono uscito in balcone a fumare e mi sono messo a guardare le stelle. Nel cielo nerissimo luccicavano le tre stelle della Cintura di Orione. Sono rimasto a guardarle per un po’, mi sembravano le più luccicanti tra tutte le altre intorno. Mi sono chiesto quanto fossero lontane e a che velocità…

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