Cose che ho pensato (trentaquattro). 191. Una volta ho pensato di essere La Fanciulla del West. Un discorso a parte meriterebbe il fatto che sono stato più volte a Viareggio e in particolare a Torre del Lago. Un posto incantevole. Ma non ci vivrei nemmeno se mi regalassero un appartamento. A me, i laghi mi…
Cose che ho pensato (trentatré)
Cose che ho pensato (trentatré). 186. Una volta ho pensato che l’influenza è una di quelle cose che a me, quando qualcuno me la contagia, mi girano talmente i coglioni che la prima cosa che mi viene da fare è prendere a cazzotti i muri, se non fosse che sto male e che mi girano…
Cose che ho pensato (trentadue)
Cose che ho pensato (trentadue). 181. Una volta ho pensato di prendermi a schiaffi. Non è stato facile. 182. Una volta ho pensato che non avevo voglia di fare niente. L’unica cosa che avevo voglia di fare era guardare dalla finestra. Poi però, dopo due ore che guardavo dalla finestra, mi sono stancato. Allora mi…
Cose che ho pensato (trentuno)
Cose che ho pensato (trentuno). 176. Una volta ho pensato di festeggiare il nuovo anno in Germania. Ero partito insieme a Arturo e Marcel Proust, il cane di Arturo. Dovevamo andare al funerale di Benito, lo zio di Arturo, che aveva ottantanove anni e abitava in un paesino della Baviera. Benito aveva avuto cinque mogli…
Cose che ho pensato (trenta)
Cose che ho pensato (trenta). 171. Una volta ho pensato di essere un barattolo di confettura. Arturo mi aveva tenuto tre mesi in frigorifero. Poi dentro il barattolo si era formata della muffa. Arturo si era seccato, nel vedere tutte quelle chiazze bianche e grigie. Una mattina mi aveva portato al supermercato e mi aveva…
Cose che ho pensato (ventotto)
Cose che ho pensato (ventotto). 156. Una volta ho pensato di essere una casa disabitata. Il proprietario aveva pubblicato un annuncio sul giornale e mi aveva messo in vendita. Una mattina si erano presentati un uomo e una donna, dicevano di essersi appena sposati. Avevano fatto un giro, controllato le stanze, il bagno, la cucina. Lui…
Cose che ho pensato (ventisette)
Cose che ho pensato (ventisette). 151. Una volta ho pensato di perdere la memoria. Non ricordavo nulla. Mi guardavo allo specchio e mi domandavo chi fossi. Non ricordavo in che città abitassi. Non ricordavo neanche come si allacciassero le stringhe delle scarpe. Poi era arrivato Arturo e mi aveva detto che ero il suo migliore…
Cose che ho pensato (ventisei)
Cose che ho pensato (ventisei). 146. Una volta ho pensato di raccontare quel sogno in cui io e Davide Sanna, il mio amico musicista che vive a Londra, dovevamo suonare per un boss mafioso a New York. Ci trovavamo in un hotel di lusso e indossavamo vestiti molto eleganti. Dal soffitto del teatro pendevano enormi lampadari di…
Cose che ho pensato (ventitré)
Cose che ho pensato (ventitré). 131. Una volta ho pensato di essere uno smartphone. Poi Arturo si è sdraiato sul divano e mi ha detto “Più che un telefonino di ultima generazione mi sembri uno di quei vecchi apparecchi della SIP, grigi e con la ghiera”. Che tra l’altro non so neppure se si chiami…
Cose che ho pensato (ventidue)
Cose che ho pensato (ventidue). 126. Una volta ho pensato di essere un ingegnere. La mattina, dopo aver fatto colazione, mi ero seduto in giardino e con la mollica del moddizzosu avevo costruito il Bastione di Saint Remy in miniatura. 127. Una volta ho pensato di diventare assaggiatore di marmellate. La mattina, dopo aver fatto colazione e…