Giorno 26. – Andiamo – dico. E subito montiamo in auto con Lilla e Orazio. Orazio ingrana la prima e parte a razzo, un inizio molto promettente, ma nessuno di noi saprebbe precisare da quale punto di vista. Lilla è seduta davanti. La sua borsa fluttua da un’estremità all’altra del cruscotto. Nel sedile di dietro…
Ridere
Ridere. Avevo uno zio che si chiamava Maurizio, ma tutti lo chiamavamo Chicco. Quand’eravamo piccoli, noi nipoti, lui ci caricava sulla sua auto sportiva e ci portava sulla strada in salita tutta curve e tornanti verso Campuomu e al ritorno, in discesa, si lanciava veloce e rideva moltissimo e ci spaventavamo ma ridevamo moltissimo anche…