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Quaderni del coprifuoco (2)

Quaderni del coprifuoco (2). A dispetto dell’umidità notturna, poco dopo le ventitré Arturo si è alzato dal divano, ha preso il sassofono e ha iniziato a soffiarci dentro. Venivano fuori note sbilenche e presuntuose. Marcel Proust osservava con le zampe distese e il muso appoggiato sul pavimento. Il suo orecchio destro sembrava mostrare interesse per…

Quaderni del coprifuoco (1)

Quaderni del coprifuoco (1). Ieri, poco dopo le ventidue, mi sono affacciato al balcone, ho alzato la testa in direzione della Cintura di Orione e ho ascoltato il silenzio nell’aria, ondeggiante come una sagoma di gelatina. Quel silenzio mi parlava. In quale lingua, però, non saprei. Un istante dopo si è avvicinato Marcel Proust, il cane…

L’alfabeto di Marcel Proust

L’alfabeto di Marcel Proust. Mi ricordo la sera, più o meno era l’ora di cena, in cui Ottavia si è svegliata e ha iniziato a urlare. Nessuno però ci ha fatto caso. Le capitava di tanto in tanto, di mettersi a urlare all’improvviso, forse per via di un problema all’orecchio che si trascinava da mesi….

La realtà è un sottaceto

La realtà è un sottaceto. Quando stamattina ho aperto la finestra e ho guardato fuori, l’aria era molto fresca, ho iniziato a vedere dei puntini che sbrilluccicavano, come scie di coriandoli luminosi che si muovevano ovunque volgessi lo sguardo. Avevo anche la vista annebbiata e i fiori, gli alberi, tutte le cose sembravano mancare di…

Intransigenze

Intransigenze. Il cugino di Arturo, che è un poeta incline a un settarismo intransigente e intollerante, una volta ha detto che la poesia, nel momento stesso in cui diventa poesia, nell’attimo preciso in cui affiora la prima lettera della prima parola del primo verso, proprio in quel frangente lì, già non è più poesia, è…

Cose che ho pensato (quarantaquattro)

Cose che ho pensato (quarantaquattro). 221. Una volta ho pensato di chiedere a Arturo “Ma perché il tuo cane si chiama Marcel Proust?”. E Arturo mi ha risposto “Sì. Credo di saperlo”. Poi si è voltato, si è infilato le mani in tasca e se n’è andato stringendosi nella sua magrezza mite. Non mi ha…

Cose che ho pensato (quarantadue)

Cose che ho pensato (quarantadue). 219. Una volta ho pensato di andare a lavorare in Belgio. In Belgio ci sono già stato, nell’ottantotto. Quell’anno lì succede che vado a Bruges insieme a una ragazza che conosco da un paio di settimane, o anche meno, una con la quale vorrei fidanzarmi. Ma una volta arrivati a…

Senza parole

Senza parole. Nei giorni scorsi, io e Marcel Proust, il cane di Arturo, siamo stati ore e ore a guardare la tv e ad ascoltare le notizie sulla crisi istituzionale e tutto il resto, i colpi di scena si susseguivano e c’era da restare senza parole. Anche Marcel Proust, che di solito non perde mai…

Cose che ho pensato (trentanove)

Cose che ho pensato (trentanove). 216. Una volta ho pensato di essere una pala eolica. Ero lì che giravo, giravo, giravo ma non succedeva niente, non si accendeva nemmeno una lampadina. Poi si è avvicinato Arturo e mi ha detto che gli sembravo un coglione, anzi, due coglioni.  

Sto leggendo

Sto leggendo. Mi sembra di aver letto da qualche parte che uno scienziato ha detto che l’universo può contrarsi fino a un punto e poi espandersi senza che la luce se ne renda conto. Devo ricordarmi di dirlo a Arturo. Adesso è fuori con Marcel Proust, il cane. Secondo me non la prenderà bene, questa…

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