Sirene #3. Cagliari, esterno, giorno.Nel pigro e timido viavai di metà mattina, in via Roma risuona potente la sirena di una maestosa nave da crociera che si appresta ad attraccare in porto. Il suono squarcia l’aria, sovrasta ogni altro rumore, l’eco rimbalza sulle volte dei portici e sulle facciate dei palazzi. Un istante dopo, altrettanto…
Carteggi (27)
Carteggi (27). Ciao,che fine ha fatto Ruben? L’hai più visto, l’hai più sentito, ti ha più scritto? E sua moglie? Hai più avuto sue notizie? Ruben ricordo di averlo incontrato un mattino di settembre, l’anno scorso. C’era vento, faceva caldo. Come al solito era vestito elegante, indossava un abito sartoriale grigio ardesia, camicia bianca, cravatta…
Rum e dolcetti
Rum e dolcetti. Era il chiaro di luna e me ne andavo in giro per la campagna su una bici da cross. Pedalavo con una scioltezza da campione. Dopo aver attraversato un sentiero pietroso, mi sono ritrovato davanti a un cancello chiuso. Lì c’era un tizio seduto su una sedia in equilibrio su due gambe….
Natale (6)
Natale (6). Mi è venuta in mente una cosa. Ma era una cosa insignificante. A volte le cose sono così. Un po’ come le idee. Ci sono idee buone che camminano su gambe sbagliate. E viceversa. Fa un freddo cazzuto, quest’anno, a Natale. Più tardi vado a rompere le palle a qualcuno, giù al porto….
Romanticismo
Romanticismo. A proposito di poesia e di romanticismo. Panchina del porto di Cagliari: “le mie mutande sono uno / stagno più ti guardo più mi bagno!!!”. Poco più sotto: “BALDRACCA”.
Oreris
Oreris. Oreris in via Roma, bar con tavolino vista porto. – As biu? Un’altra nave da crociera. – Fisso arrivando a Cagliari stanno. – Castiàddusu, funti tottus americanus. – Eia. Sempri in crociera. – Pogarirari. Custus americanus non teninti gana ‘e fai nudda. nella foto, is americanus
Niente cefali per i filosofi
Niente cefali per i filosofi. Passeggiavo sul lungomare del porto, davanti alla banchina, quando a un certo punto il mio sguardo è stato attratto da un gran numero di pesci che affioravano sulla superficie del mare, in una zona placida e dal fondale basso e limaccioso. Mi sono affacciato alla balaustra d’acciaio per osservarli meglio. Erano…
Fausto che andava alla guerra
Fausto che andava alla guerra. Io Fausto lo guardavo strano. Ma dopotutto lui era Fausto. Fausto che faceva avanti e indietro, da un molo all’altro. Fausto era un ragazzo alto, timido e serio. Il viso lungo, gli occhi color del cielo, una piccola macchia viola sul mento. Fausto lo incontravo al porto. Lui camminava, il…
Di un altro tempo
Di un altro tempo. Il ragazzo col sorriso d’argento ha sollevato una mano e ha scosso il capo. Grazie, mi ha detto, non ho bisogno d’altro. Ha afferrato la moneta, se l’è messa in tasca e s’è dileguato tra i vicoli del quartiere. Aveva gli occhi dello stesso colore che ha il mare la notte;…
Dicembre (3)
Dicembre (3). Il telefono squilla. Con una certa insistenza. Lo lascio squillare. Poi non squilla più. Mi alzo e vado alla finestra. Guardo il cielo, le facciate dei palazzi, il cortile di fronte. Piove. Da questa finestra si vede un pezzo di realtà, sempre la stessa, immutabile. Solo due gatti, sdraiati sul cofano di un’auto,…