Diventa come sei. Poi è passato uno che non conosco, non l’ho mai visto, non so nemmeno come si chiama, uno sulla quarantina con gli occhiali scuri e la testa squadrata, una specie di cubo con i capelli radi, l’ho sentito che parlava a voce alta al telefono di cose sue, di cose che non…
Carteggi (6)
Carteggi (6). Ciao, ti scrivo con una bic medium nera. Potrei scriverti con una matita staedtler noris 120 2b. O con una pilot bps-gp (f) rossa. Altrimenti con una koh-i-noor hardtmuth studio acquarello blu. O, meglio ancora, con una pilot v7 hi-tecpoint o.7 nera. O, al limite, con un evidenziatore stabilo boss fucsia. Ma nel…
Di uno di noi
Di uno di noi. Cagliari, pomeriggio, autobus linea PF. Salgono due tizi più sui quaranta che sui trentacinque, uno in tuta da ginnastica, l’altro in abito e camicia. Canticchiano una canzone di Adriano Celentano. – Questa è la storia… – Di uno di noi… – Oh Massi ma la chiamiamo la dottoressa? – Aspe’ che…
Natale (7)
Natale (7). Cagliari, autobus, linea 6. Un ragazzo, più o meno ventenne, è al telefono e ogni tanto si accarezza l’orecchino sul lobo destro. – Con la G non con la B. Gubbio, non Bubbio. Eh. Ma non lo so dov’è. Dev’essere vicino a Napoli, itta ‘ndi scìu.
Mi sfuggono
Mi sfuggono. Mi sfuggono due o tre cose. Anche quattro. Forse cinque. Non è detto che siano sei. O sette. E se fossero otto? Magari nove. Non più di dieci, però. Undici al massimo. Dodici esagerando. Tredici va’. Potrei arrivare a quattordici. A quel punto non mi sorprenderei se fossero perfino quindici. Mi sfuggono parecchie…
Al primo banco
Al primo banco. Quando avevo sei, sette anni pensavo che essere loquace significasse essere un tipo tranquillo. Convinto di fare buona impressione, al maestro avevo detto: signor maestro, io sono molto loquace. Ah, bravo, mi aveva risposto lui, tu allora ti siedi al primo banco.