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Traslocare #4

Traslocare #4. Traslocare significa ritrovare vecchie riviste e scoprire che venticinque anni fa c’erano 100 cose da sapere sul mito vivente del rock, Donatella Raffai prometteva di dare la caccia agli evasi, la pubblicazione della Bibbia dell’antifemminismo era imminente e, con il telefono erotico, la sexy-tv e il videotel a luci rosse, nasceva il porno…

Bene, anzi, benissimo

Bene, anzi, benissimo. Qualche sera fa in via Roma ho incrociato un tizio che faceva finta di parlare al telefono. Indossava un giaccone scuro e in testa aveva un berretto di lana, avanzava a passi lenti e ripeteva a voce alta “Sempre le stesse cose, sempre le stesse cose, sempre le stesse cose”. Poi si…

Ho sbagliato

Ho sbagliato. Squilla il telefono di casa. – Pronto. Mi risponde una voce femminile leggermente alterata. – C’è tuo padre? – Chi parla? – C’è tuo padre? – E chi sarebbe mio padre? – Ah, scusi, ho sbagliato. Clic. Un attimo dopo mi sono pentito di aver messo giù. Ho pensato che forse potevo far finta…

Poco fa

Poco fa. Poco fa ho chiamato il call center di una società telefonica e gli ho chiesto se mi possono installare il duplex. Non mi hanno saputo dire.    

Più tardi

Più tardi. – Ciao, ti disturbo? – Tranquillo. Dimmi dimmi. – No, volevo raccontarti una cosa. – Dimmidimmidimmi. – Sicuro che non ti disturbo? – Tranquillo. Dimmi dimmi. – Ecco, mi è successa una cosa strana. – Dimmidimmidimmi. – Ma mi stai ascoltando? – Tranquillo. Dimmi dimmi. – Senti, non lo so, magari ti chiamo…

Transitivi

Transitivi. Stazione, fermata autobus. Donna al telefono. – Gionatan? Mi senti? Ma aundi sesi? Asco’, ha detto babbo di correre all’aeroporto! Ma de pressi però, che stanno già imbarcando l’aereo!      

Trenta minuti

Trenta minuti. Lui al telefono ha appena detto “ti chiamo tra una mezzorettina”.        

Cose che ho pensato (ventinove)

Cose che ho pensato (ventinove). 166. Una volta ho pensato di essere un cantautore. Le mie canzoni erano canzoni molto impegnative. Così impegnative che un giorno mi sono stancato di cantarle e ho smesso di essere un cantautore. 167. Una volta ho pensato di essere una mosca. Sbattevo continuamente contro il vetro della finestra di…

La telefonata delle 9.33

La telefonata delle 9.33. Rispondo al sesto squillo. – Pronto. – … – Pronto. – … – PRONTO. – … – Chi è? – … – Adesso metto giù. – … – Sto per mettere giù. – … – Pronto. – … – Vi avevo avvertiti. – … – Ora metto giù. – … Clic….

Cose che ho pensato (ventitré)

Cose che ho pensato (ventitré). 131. Una volta ho pensato di essere uno smartphone. Poi Arturo si è sdraiato sul divano e mi ha detto “Più che un telefonino di ultima generazione mi sembri uno di quei vecchi apparecchi della SIP, grigi e con la ghiera”. Che tra l’altro non so neppure se si chiami…

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