Trovare le parole.
La forza. La forza per andare avanti. Serve solo questo. E tu ce l’hai. Va’, che ce la farai.
Così mi dice un amico.
E io gli dico.
Grazie, grazie davvero, certo che andiamo avanti, certo che ce l’ho, la forza. Anche se non so se ce la farò, ma certo che vado avanti.
La reazione a un’ingiustizia: ecco cos’è che muove tutto. Bisogna reagire alle ingiustizie. Sempre. Reagire.
Così mi dice un amico.
E io gli dico.
Grazie, grazie davvero, certo che reagiremo alle ingiustizie. Vado avanti. Contro le ingiustizie. Sempre.
Stasera poi mi sono messo a scrivere e volevo raccontare alcune cose capitate oggi. Ma ne sono capitate così tante che non sono riuscito a scegliere quale raccontare.
Noi di Sardegna 1 avevamo convocato una conferenza stampa, stasera, alle diciassette. Un’ora prima della conferenza stampa eravamo al funerale del padre di un collega, un cameraman. Dieci giorni fa gli è morta la madre. Due disgrazie in così poco tempo. Uno pensa. Che altro mi può accadere?
Può accadere che arrivi la notizia del tuo licenziamento e di altri dodici colleghi di lavoro.
Già. Senza parole.
Aspettavamo fuori dalla chiesa quando è arrivato un altro collega, anche lui nella lista dei licenziati. Ci ha preso da una parte e ci ha detto.
Be’, sapete una cosa? Oggi è il mio compleanno. E io sono qui, al funerale del padre di un collega. Proprio nel giorno in cui ho scoperto che mi licenzieranno. Che licenzieranno me e il collega che oggi seppellisce suo padre.
Così ha detto. E poi ha aggiunto.
Be’, sapete una cosa? Io credo che questo compleanno non me lo dimenticherò mai.
Ecco, volevo raccontare alcune cose capitate oggi. Ma ne sono capitate così tante che non sono riuscito a scegliere quale raccontare.
Perché a volte è difficile trovare le parole. Trovarne di adatte.
10 Comments
walter porcedda
6 Febbraio 2014 at 12:37Massima solidarietà. Tenete duro.
Gianni
6 Febbraio 2014 at 15:43Grazie Walter!
Un abbraccio enorme.
😉
brunella
5 Febbraio 2014 at 15:39Immensamente dispiaciuta per te, per voi e per questo tempo che ci troviamo a vivere. Perchè se è vero che succede a voi è vero anche che mai come in questo tempo tutto ciò che capita ad altri è capitato anche a noi…Incredulità e rabbia,che lasciano il posto ad una certezza:hai dalla tua parte umanità e senso del bello abbastanza per poter dire che non finisce qui. Un abbraccio forte
Gianni
5 Febbraio 2014 at 19:26Grazie Brunella, grazie di cuore.
Certo che non finisce qui! 🙂 Ci mancherebbe 😉
Abbraccio e bacio a te.
Annamaria Deidda
5 Febbraio 2014 at 08:51Sono vicina agli amici di Sardegna 1 e capisco la loro disperazione. So però che non bisogna mai mollare, e so anche che ogni medaglia ha il suo rovescio. Sono certa che nella nostra terra martoriata il vento dovrà cambiare, e cambierà anche per voi. In bocca allupo!
Gianni
5 Febbraio 2014 at 15:12Grazie Annamaria.
Davvero Grazie!
Vediamo di farci proteggere da ‘sto lupo.
🙂
Simona Pagliari
5 Febbraio 2014 at 08:23Le parole a volte sono ciambelle di salvataggio. Ci appendiamo a loro nella tempesta per non affogare. Ma è nel silenzio di un abbraccio che prendiamo forza. Nel calore del sentire insieme. Del condividere. Lo stesso dolore, la stessa preoccupazione. E anche una gioia. Che oggi non c’è. Ma tornerà. Siamo grandi abbastanza per sapere che è vero. Un abbraccio, allora.
Gianni
5 Febbraio 2014 at 15:15Grazie Simona, grazie di cuore!
Magari faremo una rivoluzione, la faremo tutti noi che crediamo ancora nel bello, nel buono e nella gioia. Useremo l’arma dell’amore per rivoluzionare le cose. E se non ci riusciremo, pazienza. Almeno ci avremo tentato.
Abbraccio e bacio grande.
🙂
Alessia Atzeni
5 Febbraio 2014 at 20:15Vi sono vicina e capisco tutto il dolore e la rabbia che si prova in questi momenti. Dal 31 gennaio anche io non ho più il mio lavoro, ed è la seconda volta che succede: solo che stavolta gli amministratori del nostro Ente hanno trovato il modo elegante ed apparentemente giusto per farci fuori. Però non ci fermiamo, e non ci arrendiamo, soprattutto per quei colleghi che non hanno gli strumenti adatti per difendere i propri diritti. Bisogna tener duro, perchè non è più solo una battaglia per il lavoro: a questo punto è la lotta per riaffermare la legalità e la moralità nei posti di lavoro, soprattutto (come nel nostro caso),se è un Ente pubblico. Buona fortuna e buona lotta a tutti. Un abbraccio forte
Gianni
5 Febbraio 2014 at 23:06Ciao Alessia,
condivido fino alle virgole il tuo pensiero. E capisco la rabbia, perché anche nel nostro caso tutto è fatto a regola d’arte, sul filo della legge. E anche se fosse oltre il filo della legge, chi si azzarda a disturbare il manovratore?
Ecco, forse sarebbe il caso di unire le forze per disturbare tutti questi manovratori (da strapazzo).
Un abbraccio e una buona lotta anche a te.
ps – se vuoi fare il nome dell’ente, qui puoi farlo, e poi amplifichiamo.
😉